Letture segrete al Giardino dei Tarocchi

Esiste un giardino nascosto nel verde delle colline grossetane, dove si può entrare, a nostro parare con molto rispetto, nel sogno magico e spirituale della vita di Niki de Saint Phalle, l'artista franco-statunitense che ha ideato il Parco dei Tarocchi, popolato da 22 sculture ispirate agli Arcani Maggiori dei Tarocchi.
I giganti si intravedono già dalla strada, conducendoci alla meta.
In biglietteria, lo staff si dimostra davvero molto gentile; ci aprono il cancello d'ingresso per evitare una lunga salita sullo sterrato che a piedi sarebbe stata complicata, ci portano i biglietti e ci indicano un parcheggio ancor più vicino al parco per agevolarci il più possibile perchè, è inutile negarlo, spesso abbiamo bisogno di maggiore accortezza.
Da questo momento in poi il rapporto con gli altri "turisti" diventa un incubo, ma cercheremo di non rendere pesante questo articolo con gli esempi della loro ignoranza e maleducazione e sorvolando il fatto dell'essere andati purtroppo a Pasquetta, quando il lato peggiore del mondo esce allo scoperto per approfittare delle feste comandate e non ha un briciolo di sensibilità verso di "noi" che siamo persone innanzitutto.

Parleremo soltanto del parco che è assolutamente da scoprire e contemplare, in tutti i suoi caleidoscopici colori e motivi geometrici misteriosi.
Esso si apre subito con la piazza principale occupata da una vasca che è segnata al centro dalla Ruota della Fortuna e sovrastata dalle figure dei primi Arcani Maggiori dei Tarocchi.
L'impatto è molto forte. Strutture tanto sgargianti quanto imponenti trapassano le membra e colpiscono dritto alla nostra mente come a volerci rivelare qualcosa di importante, tipo l'accesso per un mondo onirico, fruibile da tutti, ma decriptabile da pochi. E' una sensazione strana e difficile da spiegare, eppure è quello che percepiamo.
D'impulso ci rivolgiamo verso sinistra e notiamo subito la Forza, rappresentata da un grande drago verde con ali arcobaleno, che sembra proprio il simbolo dei Viandanti, e per questo decidiamo di iniziare il nostro cammino proprio da qui. Per qualche istante abbiamo il presentimento che questo drago emani un fluido di energia che ci servirà per tutto il percorso sia fisico che spirituale.
Ci sono un paio di scale da salire e siccome la troppa folla non ci permette di muoverci nello spazio che ci occorre, decido di prendere tra le braccia Andrea e di percorrere tutto il parco in questo modo, sacrificandoci ancora una volta per colpa di coloro che non provano mai a mettersi nei nostri panni.

Ogni singola scultura è piena di dettagli, presentando un involucro d'acciaio e poliestere, rivestito da mosaici di vetro, specchi e ceramiche, e un'anima esoterica. 

Tutte hanno la capacità di assorbire i nostri sguardi, grazie ai loro colori vivacissimi e alle forme bizzarre. Ci facciamo guidare dal momento, senza seguire un "tragitto corretto", anche se non è affatto semplice interpretare le idee dell'artista Niki, ma cerchiamo di capirle affidandoci alle nostre emozioni.
Nel viaggio sensoriale incontriamo diverse statue davvero strane all'apparenza e che solo chi è capace di trovare la giusta chiave riesce a leggerne l'essenza.

"Se la vita è un gioco di carte, noi siamo nati senza conoscerne le regole. Dobbiamo giocarcela di volta in volta. Gli artisti, i filosofi, gli alchimisti hanno il compito di decifrare il senso di questo mistero".

Lungo i sentieri psichedelici che percorriamo alla rinfusa, sia salendo che scendendo il nudo cemento, notiamo cose che ci portano in un'altra dimensione. Numeri, citazioni, disegni, appunti di pensiero, memorie, messaggi di speranza e di fede incisi ovunque si ha l'ardire di guardare per analizzarsi nell'intimo. 

Chissà che la scultrice non abbia forse voluto lanciarci qualche segnale...
Giungiamo all'interno dell'Imperatore e ad accoglierci c'è un inconsueto cortile con in mezzo una graziosa fontana, dove le nanas fanno il bagno schizzando getti d'acqua dai seni e dalla bocca.
Il portico è ampio ed ogni colonna, tra rilievi decorativi, oggetti, vetri e scritte variopinte, da l'impressione di voler raccontare una propria storia. Pare di viaggiare nel mondo pur restando fermi in un punto, mischiati a tante immagini allegoriche in cerca della perfetta convivenza fra popoli di diverse culture.

Al contrario di ciò che sta accadendo nella realtà, soggetti alla cafonaggine delle persone che spezza la magia del luogo e ci fa dubitare su quanto abbiano capito realmente di questo parco.
Continuiamo a vagare, nonostante tutto, e questa volta ci ritroviamo davanti al Diavolo. Sarà un caso che proprio in questo momento di così tanto nervoso ci appare di fronte? Lui è lì, nascosto, ma comunque all'erta e si mostra nell'istante in cui la rabbia ci affolla la testa di pensieri negativi. No, non è un caso. Nuovamente il parco ci ha dato la dimostrazione di possedere una forte energia esoterica...
Per fortuna il nostro percorso si conclude in altro modo, attraversando l'arco azzurro del Sole che per noi ha un significato molto importante già dai tempi in cui io e Andrea ci siamo conosciuti; un simbolo benevolo, portatore della Luce che "tutto move e tutto puote", e sa fuggire la tenebra sia dai nostri corpi che dal nostro cuore.
Potremmo raccontarvi ancora molto delle bellezze che racchiude il Giardino dei Tarocchi, ma non vogliamo togliervi il gusto di assaporare le vostre emozioni, poichè siam certi di avervi incuriosito.

INFORMAZIONI PRATICHE
Il parco dei Tarocchi si trova in località Garavicchio, vicino a Capalbio, nella Maremma toscana, e la scultrice Niki de Saint Phalle impiegò quasi 20 anni per realizzarlo.
Sebbene, a detta sua, seguì l'ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Barcellona,

"Nel 1985 andai a Barcellona e vidi per la prima volta il meraviglioso Parco Guell di Gaudì. Capii che mi ero imbattuta nel mio maestro e nel mio destino. Sapevo che anche io, un giorno, avrei costruito il mio Giardino della Gioia. Un piccolo angolo di Paradiso. Un luogo di incontro tra l'uomo e la natura". 

noi lo troviamo molto simile al Bruno Weber Park di Dietikon, in Svizzera.
Durante i lavori visse all'interno dell'Imperatrice, ricoprendolo di specchi e arredandolo con una cucina, un bagno ed una camera da letto.
Ovviamente oltre a lei collaborarono altri artisti di fama mondiale, uno su tutti il marito Jean Tinguely, autore di meccanismi complicati capaci di animare le strutture mastodontiche.

 Il parco purtroppo è inaccessibile ai diversamente abili, ed è l'unica pecca. A nessuno dovrebbe essere proibito di sognare.


-----> Cliccate qui per vedere tutte le foto del Giardino dei Tarocchi 

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