Leeuwarden slow & quiet

Quanti posti abbiamo recensito ormai sull'Olanda? 5? 6? Non sono tantissimi se li paragoniamo al numero effettivo dei viaggi in terra orange -che ancora dobbiamo raccontare- però se li avete letti tutti, ben sarete informati sulle nostre esperienza in tema di on the road. 
Passiamo da Zaanse Schanse a Stavoren, da Monnickendam a Zwolle, situati da un capo all'altro dello Stato, senza alcun apparente nesso logico, ma soltanto perchè ci va e, naturalmente, per parlare di peculiarità rare o comunque poco conosciute.

Sta volta la nostra fedele Letizia ci guida attraverso campi e infiniti pascoli in compagnia di mucche e cavalli, che evidenziano il carattere rurale del North Holland e si ferma a Leeuwarden, comune non troppo grande della Frisia. 
Scommetto che se chiedessimo, per alzata di mano, chi abbia mai sentito parlare di questa cittadina, quasi tutti terrebbero il braccio abbassato! 
Non vi mangiamo, eh, potete star sereni, ma è un peccato perchè in fondo Leeuwarden è il capoluogo della Frisia fin dal lontano 1524 e custodisce, a partire dal nome, una notevole importanza storico-sociale; immaginate un leone sornione e gagliardo, rappresentato nello stemma locale, a guardia dell'intera urbe.

E leoni dobbiamo esserlo anche noi pur di trovare parcheggio in uno dei quartieri limitrofi al centro storico evitando sanzioni inutili. Ci vuol, infatti, tanto coraggio a girare, girare e girare per una buona mezzora per poi scattare con balzo felino verso l'unico posto libero nel rione "scolastico".

Ce ne fossimo andati via prima o se non avessimo preso la palla al balzo, ci saremmo pentiti a vita di aver mancato questa location.
Scendiamo dall'auto che il cielo cupo minaccia di bagnarci, ma nemmeno la pioggia potrà rovinarci la giornata e la buona impressione che Leeuwarden ci ha fatto alla prima occhiata.
Al di là di un negozio di videogiochi già si vede il monumento più importante della città, la Oldenhove, una torre quadrata che sarebbe dovuta diventare il campanile di una chiesa dedicata a San Vito, ma che durante la costruzione nel 1529, iniziò ad inclinarsi pericolosamente appena raggiunti i 40 metri di altezza, a causa di un terreno acquitrinoso alla base delle fondamenta.
La chiesa non è mai stata portata a termine e di quel progetto è rimasto, ad oggi, questo mastodontico blocco di pietra in stile gotico divenuto un simbolo per la comunità.
Siccome a noi piace lasciare i "centri della movida" alla fine dei nostri tour, consapevoli di trovare negozi chiusi e la consueta vivacità ridotta ai minimi termini, imbocchiamo uno dei tanti vicoletti periferici e scopriamo che Leeuwarden diede i natali a Margaretha Geertruida Zelle, meglio conosciuta come Mata Hari, l'occhio dell'aurora
Indubbiamente famosa, ignoravamo che fosse nata qui, ed è stata un'autentica sorpresa sbattere contro la sua casa d'infanzia...penosamente normale a confronto di quelle di altre "celebrità".
Un cartello informativo che fatichiamo persino a zoomare con la nostra bridge descrive in breve la sua storia. 
Mata Hari era una bellissima ballerina, fino a che non subì un brusco cambiamento allo scoppio della prima guerra mondiale. Venne assoldata in qualità di spia dai servizi segreti, sia francesi che tedeschi, per le qualità prettamente femminili che a lei non mancavano di certo e affiancò militari esperti con le non meno astute trappole dell'investigazione clandestina.
Il doppio gioco però le costò la vita. Fu condannata a morte in Francia per essere una spia della Germania e anche se tentò di dichiararsi innocente, venne fucilata il 15 ottobre del 1917 alle quattro del mattino.
Secondo la cronaca dell'epoca, Mata Hari mandò baci ai soldati incaricati di spararle in un gesto di coraggio e scherno insieme, a prova della sua freddezza e baldanza.
Quasi a scartare l'involucro di una bomboniera, ci dirigiamo piano piano nel cuore della città lungo la Grote Kerkstrasse, una graziosa via contornata dalle tipiche ed adorabili abitazioni basse e decorate, finché ci troviamo di fronte al Princessehof, un tempo palazzo reale della principessa Maria Luisa di Hessen-Kassel e adesso sede del Keramiekmuseum Princessehof, Il Museo della Ceramica.
Ivi sono conservate meravigliose collezioni di ceramiche storiche e contemporanee di tutte le forme e dimensioni, mattonelle decorate, porcellane olandesi che risalgono al periodo Art Noveau - Art Decò e di quando in quando allestimenti per mostre tematiche. Nel periodo da noi scelto, vi era esposta una collezione denominata "birichino", dedicata alla ceramica sexy!
Alla fine della Grote Kerkstrasse, si para davanti a noi l'omonima Grote Kerk, la Chiesa eretta tra il 1275 e il 1310, purtroppo distrutta da un incendio, e restaurata a nuovo con l'aggiunta di una navata.

Lasciando la Grande Chiesa alle spalle, ci spostiamo verso una delle strade più antiche del centro, la De Kleine Kerkstraat, dove ad accoglierci c'è la statua di un cavallino nero frisone, pronto a darci il suo benvenuto in questa nuova zona. 
Sia a destra che a sinistra del canale centrale, la via è molto animata e si nota la rilevanza commerciale del paese in virtù di tutti i negozi presenti; atelier, gallerie, botteghe artigianali e invitanti pasticcerie.
Voi sareste capaci di resistere al richiamo di un gustosissimo waffle? Beh, noi non ce l'abbiamo fatta! Siamo entrati in una piccola gelateria, e di colpo rimaniamo affascinati dal bancone rotante entro il quale scorrevano vaschette piene zeppe di gelati da scegliere, optando se gustarseli in coppette, coni oppure spalmati in mezzo a waffle soffici e fragranti.
Golosi ai limiti della decenza ordiniamo due mega waffle con gelato e panna montata, sicuri di non mangiare più fino all'indomani.
La nostra fame di scoperta, invece, non si è ancora placata, e proseguiamo. 
La spianata vicino al cavallino ospita un curioso edificio di mattoni rossi chiamato De Waag. Si tratta della vecchia pesa pubblica di formaggio e burro, risalente al 1598. L'insolita tettoia, che corre su tutta la facciata, è larga e non per caso. Fu volutamente progettata così per preservare dal sole e dal caldo tutti quei prodotti delicati che venivano ammucchiati in attesa della pesatura.
Purtroppo lo stabile non ha più lo stesso impiego; la parte inferiore ora è un bar-ristorante come tanti sulla strada.
L'esplorazione generale ci porta verso la maestosa Sint-Bonifatiuskerk (chiesa di San Bonifacio), prima di ritornare sui nostri passi e il corso principale. La osserviamo in tutta la sua mole mentre sbirciamo i dati informativi... e in mezzo a frasi incomprensibili cosa cogliamo? Il nome del progettista, tale PJH Cuypers. Dice niente a voi? ..strano... provate a rileggere il diario di viaggio di Roermond (Innamorati a Roermond finchè morte non riunisca)
Sebbene la città abbia perso la genuinità del passato, non è affatto sgradevole.
Modernità e natura (tipica dell'Olanda) si fondono in un mix perfetto che rende ogni angolo diverso dall'altro.
Certo non è di uno splendore sconvolgente, siamo onesti, ma ci è piaciuta e di lei abbiamo apprezzato la sua carismatica indole.
Leeuwarden sa essere una provincia non banale, gioviale ed altrettanto pacata, controcorrente a questi tempi di smodata frenesia... una meta adatta ai viandanti, magici e che adorano prendersela comoda. 

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