l'arte in viaggio

Un viaggiatore che ama scattare fotografie è come un artista: genio e sregolatezza.

Con un turbinio di sentimenti nell'animo e la sua fedele digitale al collo spera di riuscire ad immortalare attimi raramente ripetibili senza restarne deluso.


Per un pittore, forse, è più "facile". Miscela colori primari e derivati nella sua tavolozza ed esattamente com'è nella sua mente riproduce il disegno su tela, ma tutto dipende da lui; dalla creatività, dalla mano e dagli occhi.
Per un viaggiatore no. Per quanto si possa essere dei professionisti, una digitale può incapricciarsi e disattendere le aspettative.

La tecnologia è una matassa dai mille grovigli, difficile da sbrogliare, ed anche ad essere esperti di bilanciamenti, Iso, esp, aperture di diaframma, certi scatti non saranno mai identici alla realtà veduta.

Qui allora subentra l'arte di inventare, insita nello spirito del viaggiatore e non nell'obiettivo di una macchina fotografica.

Dalla schedina della nostra bridge copiamo le mille e mila foto che facciamo, tralasciamo le superflue e le schifezze (non siamo mica professionisti eh!) e in fase di post-produzione ci sbizzarriamo a modificarle.


Nessuna resa ottimale, anzi, spesso e volentieri ne stravolgiamo la naturalezza in base alle emozioni suscitate dal luogo impresso, poiché vivere a fondo un viaggio, per noi, significa lasciarsi stupire dalle cose, dai paesaggi, dalle sfumature opache e sgargianti che nemmeno la vista sa decifrare ma solo e soltanto il cuore.

Per questo dalle nostre foto scattate in Olanda o dalle casette a graticcio dell'Alsazia visualizzerete le tinte saturate al massimo, le ombre in contrasto con le luci e i contorni nitidi, perchè cosi vedevamo Zaanse Schans e Ribeauville, villaggi incantevoli immersi nella natura, dove nessuna bruttura umana ne aveva sbiadito i colori.
Oppure, se la nostra intenzione era affrontare un'escursione all'insegna dell'esoterismo, tutto assumeva gradazioni di grigio, quasi a voler marcare l'alone di mistero e sospensione nel tempo.
Via dicendo per gli altri periodo dell'anno...

E la cosa bella è che nei nostri scatti, non perfetti ma assolutamente unici, non si cancella niente.
Se il mondo è in continuo movimento e nulla è per sempre, le esperienze che esse esprimono non svaniscono con uno schiocco di dita, ma si accumulano per essere guardate e riguardate e poter trarne nuovamente ispirazione.

Commenti

  1. Infatti per fare davvero fotografia ci vuole un occhio geniale. A volte la natura ci regala delle foto spettacolari,a volte ha senso migliorarle x trasmettere il significato da noi attribuito. La fotografia è arte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. aggiungiamoci che ci vuole anche un animo sensibile, altrimenti ogni fotografia è fine a sé stessa. Per quanto bella possa essere, se non sa trasportare chi la guarda nel luogo esatto in cui è stata scattata è da considerarsi inutile.

      Elimina

Posta un commento

Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta su Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti