Cosa abbiamo capito viaggiando

E' trascorso poco meno di un mese dalla pubblicazione della nostra prima riflessione notturna, ma in attesa di sbloccarci e riprendere a viaggiare è giusto dedicarsi al piacere di scrivere fine a sè stesso. 
In quattro anni di convivenza e d'affaccio al mondo sono stati tanti i viaggetti in giro per l'Europa: Germania, Francia, Svizzera, Austria, Liechtenstein, Belgio, Olanda... che, indistintamente, c'han fatto maturare e capire, al di sopra di tanti "pantofolai" nostrani, quali siano, umanamente, le sostanziali differenze con il nostro Bel Paese.

Punti di vista della viandante guidatrice e del viandante disabile.

1) OCCHIO ALLE MULTE!
Dove ti giri, ti giri, in Italia, e piovono sanzioni pecuniarie come se non ci fosse un domani! Mi viene l'angoscia prendere la macchina se so che dobbiamo prendere la macchina per farci 50 km lontani da casa. Penso alle tariffe autostradali e alle subdole ZTL locali. 
Vuoi andare al mare o in montagna un weekend si e l'altro pure? benissimo.. bip bip...telepass a go go per evitare le interminabili code al casello... ma i soldi dal conto corrente calano comunque.. e sulle maggiori autostrade italiane si tratta persino di 40 euro tra andata e ritorno!
D'accordo; la rete è gestita da privati, è persino giusto se "vogliamo una manutenzione efficiente" pagare il nostro passaggio. Ma quante auto passano al giorno? e per quanti giorni? facciamoli due conti caspita! ...e cosa ci ritroviamo poi? ponti che crollano, ovvio, guardrail non a norma, e ristrutturazioni solo quando ci scappa la tragedia...
Si arriva all'interno di un centro abitato e qui devo spalancare ancor più gli occhi. Cartelli ZTL talvolta posizionati infidamente in angoli semi nascosti da fronde mal potate, e telecamere anch'esse che giocano a far cucù. Penso: ma questa è una via laterale, non sono in centro storico! niente....proprio quella via in cui sono capitata è considerata già "cuore della città". Stangata assicurata.
In Svizzera ed anche in Germania, invece, vi è l'uso e l'abuso dei bollini. Non danno alcuna noia, e paradossalmente fa risparmiare sotto ogni punto di vista! 
Un bollino, che si paga tanto quanto una sola tratta italiana, ti fa viaggiare tutto l'anno. E se proprio si vuol arrivare in prossimità di un centro storico, si deve attaccare al parabrezza una vignetta per le polveri sottili. All'estero, in generale non ci sono propriamente delle ZTL, perchè nel vivo di una zona pedonale non ci può manco entrare se non si è residenti registrati. La segnaletica è migliore della nostra e dei paletti metallici impediscono l'accesso ai forestieri. Più tranquillo di cosi!

1.1) LA FORESTA DELLE MULTE VOLANTI 
Girare l'Italia, lo devo dire, per un disabile è una gran rottura di palle!
Quando sono in macchina con Mina aleggia un nervosismo palpabile e la situazione peggiora appena scendiamo nella giungla urbana dei pitechi; cosa ci tocca fare? chiamare la polizia locale, fornire i miei dati, i dati della vettura, precisare che provengo da un'altra città e che sono un "turista". Tutto questo per evitare parcheggi privati, oppure per evitare treni, taxi e autobus che in Italia, purtroppo, non sono pronti a trasportare disabili, e di conseguenza poter accedere ad aree troppo vicine al centro senza correre il rischio di prendere multe. A volte la concessione è immediata, ma a volte mi viene detto: "Guardi, lei doveva scaricare il modulo, inviarlo a tale indirizzo email con i seguenti allegati 5 o più giorni prima!". Ammesso che una cosa simile la si potrebbe anche fare quando si sa di dover partite per un lungo viaggio, ma se un disabile avesse voglia di visitare una città dall'oggi al domani, sarebbe logico seguire sta trafila? Come si può immaginare, 5 giorni prima, di voler partite 5 giorni dopo? Può essere un bisogno e non una scelta! mah... in 30 anni ancora non lo concepisco...

2) OPS, HO SBAGLIATO STRADA!
Oh, a me capita di sbagliare strada, spesso e volentieri, nonostante le indicazioni del nostro fedele tomtom.
Una volta mi è capitato, in Austria, di immettermi sulla corsia del pedaggio sbagliata e mi sono fatta prendere dal panico. Credevo fosse automatica la vignetta ed invece, quella, era la tratta che andava pagata. L'errore è stato scegliere la colonna del pagamento tramite carta di credito (di cui ero momentaneamente sprovvista) invece di quella con lo sportello dei contanti. Mentre si formava la coda a causa della sbarra abbassata, ho subito pensato ad un concerto stonato di clacson strombazzanti, Non è successo nulla, con mio grande stupore. In Italia mi avrebbero maledetta in tante altre lingue, oltre che in italiano. 

3) DISABILE LIBERA TUTTI!
Ah l'Italia! Patria di poeti, navigatori e geni... si, geni della truffa! Che si vada in un centro commerciale, al paesello di campagna o in una grande città, chissà come mai i parcheggi disabili sono sempre occupati! Per forza, per noi significano vicinanza ad una meta, comodità e spazio...per gli altri è sinonimo di gratuità. I posti disabili sono belli perchè sono gratuiti, quindi si occupano anche se disabili non si è o lo è un parente prossimo di cui però ne possediamo il cartellino. 
All'estero, personalmente, non ci è mai successo di trovare un posto disabili occupato abusivamente, sia nell'ordinata Svizzera (dove può essere a pagamento) sia nella civile Germania o nella variopinta Olanda. 
Ma quello del parcheggio è un tasto dolente anche per altri motivi. Ci fa tremendamente incazzare il modo di rispondere della gente. C'è chi si scusa frettolosamente evidenziando il fatto di aver lasciato li la macchina solo per due minuti (come se persino la mia disabilità fosse a disco orario), chi sul serio ci ride in faccia con al seguito tutta la sua bella famiglia di trogloditi, chi confonde il disegno di una carrozzina con quello dello scarico delle merci, e chi se ne sbatte altamente accompagnando gente sana o frati francescani. Fino ad arrivare al top: chi posteggia motorini, mentendo sul fatto di non essere lui il proprietario, ma poi scappa vigliaccamente appena parte il cazziatone da parte nostra...

4) ALT, STRISCE PEDONALI
In prossimità di attraversamenti pedonali, all'estero tutti si fermano. Io nel trasportare Andrea sulla carrozzina mi sento sicura e in totale relax. Certo, bisogna sempre stare attenti, ma presumo che altrove i pirati della strada siano l'eccezione, in Italia la regola. 
Vi raccontiamo un episodio a conferma della nostra tesi. Un giorno, per andare in un centro cittadino svizzero dovevamo attraversare la strada ; nemmeno il tempo di avvicinarci alle strisce che già il conducente di un'auto si è fermato per aspettarci, e non avendo alcun'altra auto dietro al culo, ha spento addirittura il motore fino al nostro completo attraversamento. 
Il giorno dopo ci siamo trovati nella medesima situazione, ma nel nostro paese, e il risultato è stato tragicomico. Nessuno si è fermato, nonostante fossimo sulle strisce in attesa di passare, e abbiamo aspettato il naturale arresto del traffico. 

5) CIAO, SALVE, BUONGIORNO 

Non ci stancheremo mai di ribadirlo; l'estero vissuto come viaggiatori è la terra dell'educazione. 
In Svizzera ed in Liechtenstein in particolare, tutte le persone che si incontrano per strada rivolgono il loro più radioso sorriso e salutano sempre. E' un piccolo gesto che riempie davvero il cuore e mi fa sentire rilassata e felice.

6) CHI CAZZO TI CONOSCE? FETENTE MALEDETTO
Se nei Paesi più a Nord del nostro le persone stanno bene, senza preoccupazioni ed ansie e per questo più propense al saluto, e ad avere un occhio di riguardo sulle problematiche sociali, allora da noi in Italia è vero che si è alla canna del gas. Vado in giro e la gente mi scruta, mi fissa in continuazione non per accennare ad una parola di cortesia, ma per darsi una spiegazione sul mio pianeta d'origine. Guardano prima la mia disabilità "strana" e solo successivamente vedono me. 
Per fortuna non sempre è cosi, ma sapete quando smettono di vedere la disabilità? Quando si è davanti ad una bancarella o una vetrina. La gente si assiepa, dimentica tutto d'un colpo la mia condizione e mi passa davanti urtandomi manco fossi l'ultimo degli stronzi. 

Per concludere: i 6 punti che v'abbiamo descritto non sono le uniche differenze esistenti tra Italia ed estero, ma sicuramente sono le sei situazioni che affrontiamo con più frequenza. 
Molte volte ci chiediamo in quale posto effettivamente ci sentiamo a casa.
L'Italia degli arraffoni e dei furbastri non ci rappresenta, ma continuiamo ad amarla

e citando Battiato: "chissà se cambierà....la primavera, intanto, tarda ad arrivare"

Commenti